La Torre del Serpe
La Torre del Serpe è uno dei più suggestivi e storici monumenti situati nei pressi di Otranto. Questa antica torre di avvistamento, situata a pochi chilometri a sud del centro abitato, si erge maestosamente su un promontorio roccioso, offrendo una vista spettacolare sul mare e sul paesaggio circostante.
La torre prende il suo nome dalla leggenda di una serpe gigante che, secondo il racconto, avrebbe vissuto nella zona e terrorizzato la popolazione locale. Tuttavia, il nome potrebbe derivare anche dalla forma sinuosa della strada che conduce alla torre, o da antiche credenze locali legate a simboli e animali mitologici.
La Torre del Serpe risale al 16° secolo, costruita sotto il dominio spagnolo come parte di un ampio sistema di torri costiere erette per proteggere il territorio dalle frequenti incursioni dei pirati ottomani e saraceni. La sua funzione principale era quella di avvistamento e difesa, con la capacità di comunicare rapidamente l'arrivo di navi nemiche alle altre torri e ai centri abitati vicini mediante segnali di fumo di giorno e fuochi di notte.
La struttura originale della torre era tipicamente circolare, con mura spesse e resistenti e una piattaforma superiore da cui si potevano effettuare le osservazioni. Nel corso dei secoli, la torre ha subito danneggiamenti, soprattutto a causa degli eventi bellici e delle condizioni meteorologiche avverse, ma è stata più volte restaurata e rinforzata.
Oggi la Torre del Serpe è un popolare sito turistico e un punto di riferimento per gli escursionisti e i fotografi, grazie anche alla sua posizione panoramica che offre uno dei migliori punti di vista su Otranto e il suo incantevole litorale. La zona circostante è ricca di flora e fauna mediterranea, e il sito è spesso incluso in percorsi trekking che esplorano la natura e la storia della regione.
La visita alla Torre del Serpe non solo permette di immergersi nella storia marittima del Salento, ma offre anche l'opportunità di godere di momenti di pace e bellezza naturale, contemplando il mare infinito e il cielo che si fondono all'orizzonte.
Una leggenda popolare, divenuta materia letteraria nelle pagine di Maria Corti: "Sulla torre viveva un serpe..." E poi l'eco, alcune pagine dopo, di un incontro d'amore di due otrantini nel 1480: "Com'è vecchia questa torre. Fa pensare agli spiriti... Forse per questo mi piaceva far l'amore nella torre, perché Assunta... nella torre si eccitava per via degli spiriti; quei grossi muri circolari e la poca luce, che scendeva dall'alto attraverso le feritoie, le mettevano paura; si stringeva a me". Altrove, in altri scrittori, sono echi di filastrocche: versi rubati ad una poesia di Florio Santini, echi nutriti del pensiero della morte. Ed ecco:
La torre già signora dello Stretto consunta a morte nel profondo petto maestosa nel suo gesto circolarel’orizzonte continua ad abbracciare.Sembra lo spasimo d’un titano morenteche scagli massi dall’alto sulla gente.Il mare dietro si muove come un velooltre la breccia aperta contro il cielo.Se cadrà quella pietra resistentetale visione svanirà nel niente.Forse per lei qui mi fermai un giornoquando volli definire il mio ritorno:quella pietra, Otranto benedettasignificò il destino che m’aspetta.
La mappa
Per raggiungere la Torre del Serpe da Otranto, puoi seguire un itinerario relativamente semplice che offre, durante il tragitto, splendide vedute della costa adriatica. La distanza tra Otranto e la Torre del Serpe è di pochissimi chilometri, rendendo questo percorso ideale sia per un breve tragitto in auto che per una piacevole escursione in bicicletta o persino a piedi per gli amanti delle camminate.
Come era la torre prima del restauro
Lo stemma della Comune di Otranto raffigura una torre intorno alla quale scivola un serpente nero. La torre a cui si fa riferimento è senza dubbio Torre del Serpe.
La parte inferiore dello stemma reca la scritta “Civitas Fidelissima Hydrunti”, la fedelissima città di Otranto. Analizzare la simbologia presente nello scudo non è stato facile e tuttora vi sono pareri discordanti, ma ciò che è certo è il fatto che essa derivi da un accadimento fantastico conservato gelosamente nella memoria popolare e tramandato oralmente nel corso del tempo:
Si narra che la torre che pochi anni prima della presa di Otranto nel 1480, i Saraceni si erano diretti verso la città salentina per saccheggiarla, ma anche in quell’occasione il serpente, avendo bevuto l’olio, aveva spento il faro. I pirati senza punti di riferimento passarono oltre e attaccarono la vicina Brindisi.
Secondo alcuni, la torre, edificata in età imperiale per favorire i traffici via mare, rappresenterebbe la città. La lampada ad olio, invece, raffigurerebbe l’abbondanza dell’entroterra. Il serpe ghiotto di olio ci ricondurrebbe agli scali orientali e italiani che importavano il prezioso nettare.
Antonio Ciatara diede una sua interpretazione in merito alla questione. Egli affermò che il serpente fosse il simbolo della prudenza, riconducibile alla dea Minerva, della quale era il sacro animale. La torre per lui era l’incarnazione del grande coraggio dimostrato dagli otrantini nell’assedio saraceno del 1480. Per Luigi Maggiulli, invece, il faro simboleggerebbe il primo bagliore della fede che, da Otranto, si diffuse poi nel mondo pagano. Difatti, dal mito si evince che questa città fu la prima in Occidente ad accogliere San Pietro.